Ayurveda

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LE 152 MANOVRE DEL MASSAGGIO AYURVEDICO

Il metodo di massaggio delle 152 manovre è stato ideato dal Maestro Amadio Bianchi, dopo anni di gestazione e sperimentazione, e si presenta ora con risultati certi e con una vasta gamma di benefici ottenuti.
Il nome del massaggio è Suryacandrabhiseca. Surya (in sanscrito significa “sole”) perchè questo massaggio ha la capacità di risvegliare l’energia primordiale creativa, Candra (in sanscrito significa ”luna”) perchè questo massaggio intende operare a stretto contatto con l’armonia e l’equilibrio del maschile e del femminile nella natura, e Abhiseca per ricordare un antico rito di consacrazione riservato ai re il cui fine era garantire il prolungamento della vita, o addirittura l’immortalità ai sovrani.

E’ un tipo di massaggio che offre diversi benefici: innanzitutto è un elemento integrante per prevenire le conseguenze di squilibri psicofisici, poi a livello

fisico dona elasticità al corpo,migliora la circolazione, agisce sulle ghiandole ed è rilassante e disintossicante. Dal punto di vista emotivo risveglia la passione e porta fuori l’energia inespressa trasformandola in amore.
Si utilizza come base l’olio di sesamo che specialmente durante l’inverno viene riscaldato. Viene mescolato a qualche goccia di essenza per trattare l’intero corpo, persino i capelli. L’ambiente caldo, accogliente e profumato, la luce morbida e l’assenza di dolore porteranno la persona ad uno stato di profondo rilassamento con effetti straordinari.

PINDASWEDA

Il massaggio Pindasweda è molto conosciuto come uno dei principali trattamenti ayurvedici. Questa piacevolissima pratica consiste in un massaggio combinato all’utilizzo di piccoli sacchetti di erbe medicinali molto caldi, in modo da diffondere gli effetti del trattamento termico.
Questi speciali sacchetti sono detti potali, e sono piccoli fagottini di cotone riempiti con spezie naturali, erbe profumate e oli essenziali che vanno riscaldati e applicati sul corpo.

A volte si possono anche utilizzare dei fitopreparati all’interno dei potali, in questo caso questa tecnica prende il nome di Patrasweda in quanto “patra” significa foglie.

Il trattamento del Pindasweda si suddivide principalmente in tre fasi: le azioni preliminari, le azioni principali e le azioni successive.
La fase del massaggio vero e proprio comprende un breve massaggio rilassante con oli di circa 20 minuti al termine del quale viene effettuato un trattamento mediante strofinamento dei potali caldi in particolare sui tessuti muscolari e sulle articolazioni. Il trattamento può riguardare tutto il corpo oppure solamente alcune zone interessate.

Al termine di questo rilassante massaggio e del successivo strofinamento, viene effettuato un riequilibrio energetico posando i potali caldi sulle zone trattate per diverso tempo.

I principali effetti derivati da questo trattamento sono il rilassamento del nostro corpo, il drenaggio e la stimolazione dei tessuti per lo scioglimento dei grassi in eccesso e della cellulite.

Il termine Pindasweda è un termine composto che deriva da Pinda e Sweda e significa letteralmente “aiutare il corpo a sudare e traspirare”

SHIRO ABHYANGA

Il massaggio ayurvedico ai capelli, è un impareggiabile sistema di cura di indubbia efficacia per la salute e la bellezza dei capelli. Questo tipo di massaggio consente di sperimentare inoltre un momento di assoluto relax e benessere e procura effetti di intenso piacere sia fisico che psichico, che saranno particolarmente apprezzati.

Effetti sui capelli: rinforza, dona lucentezza e vitalità, stimola la crescita, ritarda lo sviluppo di capelli bianchi.
Il metodo comprende: il massaggio distensivo del collo, la trazione delle cervicali, il trattamento antistress al viso, i “pancha bindu” (digitopressione sui punti focali delle aree cerebrali), la stimolazione del cuoio capelluto, la torsione e trazione dei capelli. Normalmente si utilizza l’olio di mandorle dolci, oppure l’olio di sesamo.

UDGHARSHANA

Il massaggio, o peeling indiano, viene eseguito con polvere di farina di ceci e dona stabilità e leggerezza, aiuta ad eliminare le impurità della pelle.

 ANTICO STRETCHING DEI MONASTERI INDIANI

In alcuni monasteri indiani (Ashram) dove le lunghe pratiche di preghiera, concentrazione e meditazione costringevano i monaci per ore immobili, in posizione seduta, dove cioè per lasciare più spazio ad un livello contemplativo- ascetico l’attività fisica era pressoché assente, si cominciò a praticare il Cikitsa (una sorta di stretching a due) il quale permetteva al corpo di ritrovare una certa elasticità e alla colonna vertebrale l’assetto ideale per proseguire nelle pratiche. Anche ai meditanti capita di provare tensione nel collo, nelle spalle e nella parte alta della schiena o addirittura un fastidioso dolorino tra le scapole dovuto al mantenimento di una posizione sbagliata, proprio come all’impiegato che per molte ore sta seduto nella scrivania del suo ufficio, soprattutto oggi con l’avvento dei computer. Le manovre più importanti del Cikitsa sono sicuramente dirette con antica sapienza alla colonna vertebrale. Esse tendono a sbloccare, guarire o donare elasticità alla stessa, alle sue 33 vertebre, ai dischi cartilaginei e ai legamenti che la compongono.

La spina dorsale, come certamente già saprete, è dotata di 4 curve naturali : la cervicale, la dorsale, la lombare e quella sacrale create da madre natura per renderla più resistente ed elastica allo stesso tempo. Tuttavia una eccessiva accentuazione di queste curve, una anormale curva laterale o altra anomalia, originano le condizioni patologiche conosciute come lordosi, cifosi, scogliosi e cervicale che si può tentare di correggere con un appropriato intervento.

La salute della colonna vertebrale era sicuramente ritenuta importante nei monasteri per i centri su di essa situati, conosciuti, anche nella disciplina Yoga con il nome di Cakra (si pronuncia la c dolce come in “ciascuno”). I Cakra sono sette, ma solo cinque sono sulla spina dorsale e si trovano : il primo alla base della colonna vertebrale, il secondo alla radice degli organi genitali, il terzo nella regione lombare all’altezza dell’ombelico, il quarto dietro il cuore, il quinto nella regione della gola. Tali centri (corrispondono in modo grossolano ai plessi della cultura occidentale), sono ritenuti importanti poiché sul piano fisico controllano la salute di varie aree del corpo ma, soprattutto nella scienza spirituale orientale, essi sono fulcro di esperienze di coscienza.


 

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